Dal 24 maggio, Moysés Azevedo, fondatore della Comunità Cattolica Shalom, e don Saulo Dantas, assistente generale del carisma, si trovano in Israele per visitare le missioni della Comunità in Terra Santa. Rimarranno nel paese fino a domenica 1º giugno.
In questi giorni, Moysés ha incontrato membri dell’Opera e della Comunità Shalom in Israele e ha avuto colloqui con autorità ecclesiastiche, come il Patriarca Latino di Gerusalemme, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, e il Vescovo Melchita della Galilea, Mons. Yousef Matta.
Ha anche peregrinato in alcuni luoghi sacri del cristianesimo: la Basilica del Santo Sepolcro, la Cappella della Natività e la grotta del sogno di San Giuseppe.
25 anni di Shalom in Terra Santa 6n2t6i
La visita si svolge in occasione del giubileo per i 25 anni della missione della Comunità in Terra Santa, celebrando un quarto di secolo di evangelizzazione in terra sacra.
“Essere qui, sia a Nazaret che ad Haifa, nella terra dove Gesù ha vissuto, amato e donato la sua vita per noi, è una grazia incalcolabile”, afferma Moysés.
Per lui, la presenza del carisma Shalom nella terra dove Gesù ha proclamato tante volte la pace del Padre (Shalom) è un invito a continuare la missione del Signore come Corpo Risorto di Cristo.
“La Terra Santa è un dono speciale per tutta la Chiesa. Qui, il nostro carisma si arricchisce nella comunione tra le nazioni e nell’esperienza di quello che viene chiamato il ‘quinto vangelo’: la Terra Santa stessa. Da qui possiamo portare ancora più frutti per l’evangelizzazione”, sottolinea.
Com’è cominciato tutto? 2d4s51
La fondazione della missione è avvenuta in modo provvidenziale. Venticinque anni fa, durante un Congresso Mariano a Quixadá, la Comunità ospitò Mons. Pierre Mouallem, allora arcivescovo melchita del Brasile. Predicò su Maria nella liturgia e nella spiritualità orientale, riflettendo sulla visione di San Giovanni Paolo II dei “due polmoni” della Chiesa: Oriente e Occidente.
Durante quell’incontro, Mons. Pierre annunciò di essere stato nominato dal Papa arcivescovo melchita della Galilea. Colpito dalla spiritualità della Comunità, espresse il desiderio di accogliere il carisma Shalom nella sua nuova diocesi, vedendolo come un dono per la Chiesa in Terra Santa.
“È stato un cammino totalmente guidato dalla provvidenza divina. Non avremmo mai immaginato una missione in Galilea, ma Dio l’ha voluta. Oggi celebriamo i frutti di questi 25 anni”, ricorda Moysés.
I frutti della missione 1ywv
Nel 2000 fu fondata la prima missione a Haifa, dove la Comunità svolge un lavoro di evangelizzazione tra i giovani e in comunione con la Chiesa locale. In seguito, nel 2002, la Custodia scana invitò la Comunità a collaborare presso la Basilica dell’Annunciazione a Nazaret.
Lì, i missionari vivono quella che Moysés definisce una “scuola di Maria”, trasmettendo la pace del Padre ai pellegrini di tutto il mondo e formandosi nella spiritualità mariana e nella contemplazione.
Nel corso degli anni, la missione ha generato anche vocazioni locali sia per la Comunità di Vita sia per la Comunità di Alleanza.
“Proprio questa settimana ho assistito a una chiesa piena ad Haifa e partecipato a un Seminario di Vita nello Spirito con più di 50 giovani. Sono segni bellissimi dell’azione di Dio”, racconta Moysés.
Presenza nel cuore della Chiesa 2i6v
La presenza della Comunità Shalom in Terra Santa, soprattutto in tempi di guerra e tensione, è un segno di consolazione e speranza.
“Viviamo i dolori e le speranze di questo popolo tanto amato da Dio. Siamo qui per essere strumenti di pace, sostegno e intercessione. Questa è la beatitudine che vogliamo vivere: essere operatori di pace, figli della pace. Serviamo la Chiesa e accogliamo ogni pellegrino affinché, rafforzati, possano partire in missione”, conclude Moysés.